Ecco l’ultima opera di Marco Adorni
Il libro “Come siamo diventati moderni” è un’appassionata meditazione sul concetto di modernità.
Mutuando il concetto di “non moderno” dal volume del sociologo e antropologo Bruno Latour, il libro di Marco Adorni ne declina storicamente le manifestazioni in diversi campi: da quello politico a quello scientifico, da quello filosofico a quello artistico-letterario.
Ne esce un quadro generale che dimostra come la modernità non sia quello che sembra: il ‘moderno’ risulta sempre accompagnato da un’ombra ‘non moderna’, perché è proprio nel modo in cui la ragione occidentale si manifesta come potenza che intende ricondurre tutto lo spazio dei possibili a sé stessa che si produce un’eccedenza.
Questa può essere descritta in vari modi: la dimensione prepolitica del ‘religioso’, la permanenza di elementi teologici nel discorso politico, l’irrazionalità che abita il cuore umano, l’ideologia che continua a connotare il discorso scientifico e, per converso, l’abito scientifico che continua a indossare la filosofia.
L’uomo moderno è un essere scisso, dunque, e finché non riconosce questa scissione continuerà a ripetere ciò che non è.
Essere moderni, o diventarlo, significa accettare che la razionalità non può tutto.